"La Tarantola, assai diffusa nell'Italia meridionale, provoca nella persona che ne è punta accessi convulsivi. Per combattere questi effetti dicono che bisogna ricorrere alla musica, solo rimedio efficace per quel che si assicura. E forse non è del tutto improbabile; poichè un ballo disordinato e al ritmo di una musica speciale, può produrre una traspirazione più rapida ed abbondante e mettere l'organismo nella situazione di meglio combattere gli effetti della puntura."
Questo era il pensiero comune relativamente al morso della Tarantola. Il fenomeno sociologico, noto come tarantismo, fu poi studiato a partire da "La Terra del Rimorso" di Ernesto de Martino negli anni 50.
Il ballo, detto la tarantella con relative musichette sono derivate precisamente da questo strano effetto che si dice produca la Tarantola. E l'antesignana di tutte le tarantelle è la "pizzica", che nell'universo contadino di un tempo, scandiva il tempo "sacro" e quello "profano" guidava l'esorcismo per guarire dal morso della mitica "taranta" e accompagnava l'esplosione liberatoria della festa.
Il tarantismo, nella sua accezione di dolore, sopravvive solo nella memoria dei più anziani, ma da alcuni anni il Salento è l'epicentro di un vero e proprio movimento di riscoperta ella musica di tradizione e in particolare della "pizzica."
[liberatamente tratto da "Il Ritmo Meridiano, la pizzica e le identità danzanti del Salento" a cura di Vincenzo Santoro e Sergio Torsello]
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